la recessione economica italiana secondo la stampa spagnola
Secondo i dati della Commissione Europea, la recessione economica
continuerà a colpire duramente l'Italia, con una diminuzione della
produzione di beni e servizi del 2% rispetto allo scorso anno.
In tal modo l'Italia, la cui economia l'anno scorso si è contratta
dello 0,6%, quest'anno non solo continuerà a sprofondare nella
recessione, ma vedrà peggiorare sempre di più la situazione.
Sebbene alcuni indicatori, quali la disoccupazione, siano
significativamente migliori rispetto a quelli di altri stati membri
dell'Unione Europea, la diminuzione della domanda internazionale ha
penalizzato molto l'Italia, sesto paese maggior esportatore al mondo.
In pieno tsunami economico globale, le grandi case automobilistiche
come la Fiat vendono meno, la compagnia aerea Alitalia si dissangua in
continui scioperi e le imprese familiari, come quella di design
'Pininfarina', sono perseguitate dai debiti.
Tra i paesi dell'UE, oltre all'Italia, anche l'Irlanda vedrà diminuire
le dimensioni della sua economia, tanto l'anno scorso quanto
l'attuale.
Per questi motivi, la spesa a cui il Governo si vede obbligato eleverà
il debito fiscale italiano al di sopra del limite europeo del 3%.
Secondo l'UE, lo stato italiano spenderà quest'anno il 3,8% in più
rispetto a quanto guadagnerà, un punto in più rispetto a quanto
originariamente previsto.
E' vero che questo deficit non raggiungerà il limite previsto per i
paesi membri della UE, complessivamente del 4,5%, ma mentre gli altri
paesi hanno approfittato per risanare i loro conti durante gli anni
del benessere, l'Italia non è stata in grado di ridurre il suo debito
al di sotto del 100% del suo PIL.
Secondo i dati dell' UE, alla fine dell'anno l'Italia dovrà ai suoi
creditori il 109,3% del suo PIL dell'anno scorso e fra un anno, avrà
un debito che supererà il 110%.
L'elevato debito pubblico italiano limita gli strumenti che Roma ha a
disposizione per aiutare le imprese e i consumatori italiani a
superare le difficoltà del momento perchè la politica fiscale è
limitata e la politica monetaria è nelle mani della Banca Centrale
Europea.
Il volume dei pacchetti di denaro pubblico per stimolare l'economia ha
un tetto più basso di quello di altri paesi europei, perché anche la
capacità di indebitamento italiano è più basso.
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ha annunciato pochi giorni
fa un nuovo pacchetto di incentivi per le spese sociali di 8,000
miliardi di euro, una cifra che impallidisce davanti a quelle adottate
da altri paesi, come la Germania.
Tuttavia, Tremonti ha cercato di trasmettere fiducia in una intervista
al Corriere della Sera di questa settimana in cui ha assicurato che
l'Italia possiede "forza nella sua struttura sociale e produttiva,
nelle famiglie e nelle imprese".
Almeno, i consumatori italiani potranno beneficiare del fatto che il
calo della domanda fermerà l'inflazione, che si è situata intorno al
3,5% nel 2008.
Si prevede che i prezzi aumenteranno solo del'1,2% il prossimo anno e
del 2,2% nel 2010, entrambe le cifre superano leggermente quelle
previste per la media dei membri dell'Unione Europea.
Una piccola consolazione per l'Italia, dove ancora non si è toccato il
fondo, dal momento che, data la pessima situazione dell'economia
europea, il Governo italiano si trova con un minor numero di strumenti
rispetto ad altri paesi per far uscire le sue imprese ed i cittadini
dalla crisi
continuerà a colpire duramente l'Italia, con una diminuzione della
produzione di beni e servizi del 2% rispetto allo scorso anno.
In tal modo l'Italia, la cui economia l'anno scorso si è contratta
dello 0,6%, quest'anno non solo continuerà a sprofondare nella
recessione, ma vedrà peggiorare sempre di più la situazione.
Sebbene alcuni indicatori, quali la disoccupazione, siano
significativamente migliori rispetto a quelli di altri stati membri
dell'Unione Europea, la diminuzione della domanda internazionale ha
penalizzato molto l'Italia, sesto paese maggior esportatore al mondo.
In pieno tsunami economico globale, le grandi case automobilistiche
come la Fiat vendono meno, la compagnia aerea Alitalia si dissangua in
continui scioperi e le imprese familiari, come quella di design
'Pininfarina', sono perseguitate dai debiti.
Tra i paesi dell'UE, oltre all'Italia, anche l'Irlanda vedrà diminuire
le dimensioni della sua economia, tanto l'anno scorso quanto
l'attuale.
Per questi motivi, la spesa a cui il Governo si vede obbligato eleverà
il debito fiscale italiano al di sopra del limite europeo del 3%.
Secondo l'UE, lo stato italiano spenderà quest'anno il 3,8% in più
rispetto a quanto guadagnerà, un punto in più rispetto a quanto
originariamente previsto.
E' vero che questo deficit non raggiungerà il limite previsto per i
paesi membri della UE, complessivamente del 4,5%, ma mentre gli altri
paesi hanno approfittato per risanare i loro conti durante gli anni
del benessere, l'Italia non è stata in grado di ridurre il suo debito
al di sotto del 100% del suo PIL.
Secondo i dati dell' UE, alla fine dell'anno l'Italia dovrà ai suoi
creditori il 109,3% del suo PIL dell'anno scorso e fra un anno, avrà
un debito che supererà il 110%.
L'elevato debito pubblico italiano limita gli strumenti che Roma ha a
disposizione per aiutare le imprese e i consumatori italiani a
superare le difficoltà del momento perchè la politica fiscale è
limitata e la politica monetaria è nelle mani della Banca Centrale
Europea.
Il volume dei pacchetti di denaro pubblico per stimolare l'economia ha
un tetto più basso di quello di altri paesi europei, perché anche la
capacità di indebitamento italiano è più basso.
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ha annunciato pochi giorni
fa un nuovo pacchetto di incentivi per le spese sociali di 8,000
miliardi di euro, una cifra che impallidisce davanti a quelle adottate
da altri paesi, come la Germania.
Tuttavia, Tremonti ha cercato di trasmettere fiducia in una intervista
al Corriere della Sera di questa settimana in cui ha assicurato che
l'Italia possiede "forza nella sua struttura sociale e produttiva,
nelle famiglie e nelle imprese".
Almeno, i consumatori italiani potranno beneficiare del fatto che il
calo della domanda fermerà l'inflazione, che si è situata intorno al
3,5% nel 2008.
Si prevede che i prezzi aumenteranno solo del'1,2% il prossimo anno e
del 2,2% nel 2010, entrambe le cifre superano leggermente quelle
previste per la media dei membri dell'Unione Europea.
Una piccola consolazione per l'Italia, dove ancora non si è toccato il
fondo, dal momento che, data la pessima situazione dell'economia
europea, il Governo italiano si trova con un minor numero di strumenti
rispetto ad altri paesi per far uscire le sue imprese ed i cittadini
dalla crisi
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