La gara di chi svaluta di piu'
(ASCA-SALEX) - Roma, 19 feb - Dopo la Tarp1 (troubled asset relief program), presentata da Bush prima della scadenza del proprio mandato, la Tarp2, presentata da Obama poco dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ecco che sempre dagli States, arriva la Horp1 (in un perverso gioco di sigle, anche noi ne inventiamo una) ovvero la Home owners Relief Program.
Il piano in questione e' di 75 miliardi di dollari e dovrebbe aiutare i possessori di case ad uscire dall'empasse legata alla caduta dei prezzi del settore immobiliare e dalle difficolta' economiche (in Usa si perdono 500 mila posti di lavoro al mese circa) di molti di coloro che ne hanno il possesso dovendo pagare pero' una sostanziosa rata del mutuo.
Il programma prevede un aiuto in termini di abbassamento dei tassi di interesse (ma sotto zero non possono andare) e di incentivi nei pagamenti dei ratei. In sostanza l'amministrazione Obama cerca di sostenere sia i prestatori di denaro (Tarp) ovvero gli Istituti di Credito, ma anche i possessori di case che devono sostenere gli Istituti con le rate del mutuo. L'America sembra diventata quindi la Croce Rossa o in alternativa, una Societa' di mutuo soccorso dove l'attivita' principale e' divenuta quella di stampare sempre piu' dollari (secondo il principio ''tanto con questa crisi l'inflazione dove vuoi che vada'') per sostenere un sistema che da solo non sembra piu' reggersi in piedi. Speriamo che tutto vada secondo i piani, altrimenti.....Che Dio ce ne scampi. I dati di ieri del resto, sono apparsi come un fulmine a ciel sereno e hanno riportato con i piedi per terra coloro che pensavano che non fossimo lontani dalla fine della discesa. I nuovi permessi di costruzione sono scesi del 4.8% (521.000 contro 549.000 e consensus a 525.000) mentre i nuovi cantieri sono crollati (da 550 000 a 466.000 e consensus a 529.000) del 18%. Dell'Europa abbiamo parlato ieri, con tutte le conseguenze possibili di una estensione della crisi nell'Europa dell'Est, con possibili effetti devastanti sulla credibilita' dell'Unione. Ieri il Commissario Almunia ha parlato delle azioni che l'Unione Europa prendera' verso quei paesi che hanno sforato il rapporto del 3% del deficit/Pil e nella conferenza stampa ci sono stati momenti i cui la comicita' sembrava prendere il sopravvento. Ebbene nei confronti di Irlanda, Grecia, Portogallo e Spagna si avviera' la procedura sanzionatoria, mentre per molti altri paesi non si e' lontani in quanto le previsioni indicano sforamenti un po dappertutto. Che significa tutto cio'? Almunia ha chiesto a questi paesi il consolidamento del debito, ma stiamo ancora cercando di capire il significato vero di questa richiesta.
Cio' che preoccupa e' il fatto che lo spread tra i tassi dei vari titoli di Stato tra i diversi paesi rimangono a livelli preoccupanti . Di fatto in Europa non esiste gia' piu' un solo tasso di interesse. Gia' che ci siamo potremmo assistere alla creazione dell'Euro1, Euro2 ed Euro3 anche a livello di tassi di cambio, forse la maggiore flessibilita' aiuterebbe alcuni paesi ad uscire meglio nel medio e lungo termine dalla crisi.
In Giappone non stanno meglio. Oltre alla crisi economica devono sopportare pure una possibile crisi politica derivante dalle dimissioni del Ministro delle Finanze Nagakawa, accusato di essersi presentato non proprio lucido alla Conferenza del G7 di Roma della scorsa settimana. Tra l'altro il Governo presentera' il Budget per il 2009 proprio nel giro di qualche settimana e il consenso sembra in deciso calo, oltre al fatto che al Senato il partito di opposizione (Dpj), ovvero il partito democratico, ha la maggioranza.
Di fronte a questa situazione il fatto piu' logico sembrerebbe un declino dello Jpy, per differenti ragioni, e' vicino ai massimi storici, e per il fatto che e' scarsamente (si fa per dire) appetibile da un punto di vista dei tassi (0.10%). Ebbene , nelle ultime ore si assiste ad una discesa, che sembra pero' solamente correttiva, perche' la valuta giapponese e' e rimarra' ancora per qualche tempo la classica valuta rifugio per eccellenza.
Il grafico proposto evidenzia tale correzione che sta arrivando su dei punti cruciali dati dalla media a 100 giorni e dai livelli di massimo precedente in area 94.20 e 94.60 dove si giochera' la partita.
Solo una violazione forte di quest'area potra' farci pensare ad un ritorno verso il livello di 100, altrimenti sara' una nuova occasione di riacquisto di Yen.
Finiamo con la Gran Bretagna. Ieri e' uscita la minuta della Boe che ha visto i soliti noti votare a favore di un taglio di 50 basis point e il solito bastian contrario Blanchflower, che per la cronaca andra' in pensione il 31 Marzo, votare a favore di una riduzione piu' consistente.
Come negli Stati Uniti, si cercano misure per cercare di dar liquidita' al sistema e per cercare di togliere dal mercato gli asset tossici. In questo caso il Governatore della Boe potrebbe chiedere al Tesoro di stampare moneta con la quale comprare questi asset e ridare liquidita' al sistema.
Chi piu' ne ha piu' ne metta quindi in un tentativo estremo (lodevole certamente negli intenti) di salvare il sistema.
Speriamo di non trovarci sommersi da una inflazione galoppante visto che comunque in Inghilterra i prezzi al consumo restano in crescita del 3% all'anno.
(Questo articolo non costituisce sollecitazione al pubblico risparmio e si esclude ogni responsabilita' derivante dal su
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Tempo Reale Channel
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Il piano in questione e' di 75 miliardi di dollari e dovrebbe aiutare i possessori di case ad uscire dall'empasse legata alla caduta dei prezzi del settore immobiliare e dalle difficolta' economiche (in Usa si perdono 500 mila posti di lavoro al mese circa) di molti di coloro che ne hanno il possesso dovendo pagare pero' una sostanziosa rata del mutuo.
Il programma prevede un aiuto in termini di abbassamento dei tassi di interesse (ma sotto zero non possono andare) e di incentivi nei pagamenti dei ratei. In sostanza l'amministrazione Obama cerca di sostenere sia i prestatori di denaro (Tarp) ovvero gli Istituti di Credito, ma anche i possessori di case che devono sostenere gli Istituti con le rate del mutuo. L'America sembra diventata quindi la Croce Rossa o in alternativa, una Societa' di mutuo soccorso dove l'attivita' principale e' divenuta quella di stampare sempre piu' dollari (secondo il principio ''tanto con questa crisi l'inflazione dove vuoi che vada'') per sostenere un sistema che da solo non sembra piu' reggersi in piedi. Speriamo che tutto vada secondo i piani, altrimenti.....Che Dio ce ne scampi. I dati di ieri del resto, sono apparsi come un fulmine a ciel sereno e hanno riportato con i piedi per terra coloro che pensavano che non fossimo lontani dalla fine della discesa. I nuovi permessi di costruzione sono scesi del 4.8% (521.000 contro 549.000 e consensus a 525.000) mentre i nuovi cantieri sono crollati (da 550 000 a 466.000 e consensus a 529.000) del 18%. Dell'Europa abbiamo parlato ieri, con tutte le conseguenze possibili di una estensione della crisi nell'Europa dell'Est, con possibili effetti devastanti sulla credibilita' dell'Unione. Ieri il Commissario Almunia ha parlato delle azioni che l'Unione Europa prendera' verso quei paesi che hanno sforato il rapporto del 3% del deficit/Pil e nella conferenza stampa ci sono stati momenti i cui la comicita' sembrava prendere il sopravvento. Ebbene nei confronti di Irlanda, Grecia, Portogallo e Spagna si avviera' la procedura sanzionatoria, mentre per molti altri paesi non si e' lontani in quanto le previsioni indicano sforamenti un po dappertutto. Che significa tutto cio'? Almunia ha chiesto a questi paesi il consolidamento del debito, ma stiamo ancora cercando di capire il significato vero di questa richiesta.
Cio' che preoccupa e' il fatto che lo spread tra i tassi dei vari titoli di Stato tra i diversi paesi rimangono a livelli preoccupanti . Di fatto in Europa non esiste gia' piu' un solo tasso di interesse. Gia' che ci siamo potremmo assistere alla creazione dell'Euro1, Euro2 ed Euro3 anche a livello di tassi di cambio, forse la maggiore flessibilita' aiuterebbe alcuni paesi ad uscire meglio nel medio e lungo termine dalla crisi.
In Giappone non stanno meglio. Oltre alla crisi economica devono sopportare pure una possibile crisi politica derivante dalle dimissioni del Ministro delle Finanze Nagakawa, accusato di essersi presentato non proprio lucido alla Conferenza del G7 di Roma della scorsa settimana. Tra l'altro il Governo presentera' il Budget per il 2009 proprio nel giro di qualche settimana e il consenso sembra in deciso calo, oltre al fatto che al Senato il partito di opposizione (Dpj), ovvero il partito democratico, ha la maggioranza.
Di fronte a questa situazione il fatto piu' logico sembrerebbe un declino dello Jpy, per differenti ragioni, e' vicino ai massimi storici, e per il fatto che e' scarsamente (si fa per dire) appetibile da un punto di vista dei tassi (0.10%). Ebbene , nelle ultime ore si assiste ad una discesa, che sembra pero' solamente correttiva, perche' la valuta giapponese e' e rimarra' ancora per qualche tempo la classica valuta rifugio per eccellenza.
Il grafico proposto evidenzia tale correzione che sta arrivando su dei punti cruciali dati dalla media a 100 giorni e dai livelli di massimo precedente in area 94.20 e 94.60 dove si giochera' la partita.
Solo una violazione forte di quest'area potra' farci pensare ad un ritorno verso il livello di 100, altrimenti sara' una nuova occasione di riacquisto di Yen.
Finiamo con la Gran Bretagna. Ieri e' uscita la minuta della Boe che ha visto i soliti noti votare a favore di un taglio di 50 basis point e il solito bastian contrario Blanchflower, che per la cronaca andra' in pensione il 31 Marzo, votare a favore di una riduzione piu' consistente.
Come negli Stati Uniti, si cercano misure per cercare di dar liquidita' al sistema e per cercare di togliere dal mercato gli asset tossici. In questo caso il Governatore della Boe potrebbe chiedere al Tesoro di stampare moneta con la quale comprare questi asset e ridare liquidita' al sistema.
Chi piu' ne ha piu' ne metta quindi in un tentativo estremo (lodevole certamente negli intenti) di salvare il sistema.
Speriamo di non trovarci sommersi da una inflazione galoppante visto che comunque in Inghilterra i prezzi al consumo restano in crescita del 3% all'anno.
(Questo articolo non costituisce sollecitazione al pubblico risparmio e si esclude ogni responsabilita' derivante dal su
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