Diario di un Tecnico IT: La rinascita di un Laboratorio Informatico nell'Era Post-Covid
Quando ho messo piede per la prima volta negli Istituti Comprensivi, il mio sguardo è caduto immediatamente su quegli angoli dimenticati dove computer fissi e portatili venivano accatastati come vecchi giocattoli rotti, giudicati troppo vecchiotti per il nuovo secolo. Venivo da un'era segnata dal Covid, dove l'unica certezza era la didattica a distanza, e poco tempo dopo il PNRR aveva terminato la sua prima maratona di aggiornamenti, trasformando le reti scolastiche in autostrade informatiche pronte per il 5G. Access point e switch erano stati sostituiti come calzini vecchi, in una rivoluzione che avrebbe fatto invidia ai cambiamenti di arredamento di mia nonna.
La mia avventura si svolge in un istituto che, nell'era pre-Covid, vantava due laboratori informatici. Ma, come in un film in bianco e nero, il tempo aveva trasformato uno di questi in un cimitero di pezzi di ricambio. Stampanti silenziose, monitor spogliati delle loro scrivanie, tastiere e mouse diventati orfani dei loro computer. Manca solo un cespuglio rotolante portato dal vento per completare il quadro di una desolazione degna di un film western.
Davanti a quel panorama di desolazione tecnologica, non ho potuto fare a meno di sentirmi chiamato in causa.
E così è nata la mia missione: ridare vita e lustro a quel laboratorio abbandonato. Ovviamente, chiedere nuovi fondi all'amministrazione era fuori discussione; la risposta sarebbe stata il solito ritornello sul budget che latita. Così, come un detective sulle tracce di un caso irrisolto, mi sono messo alla ricerca di laptop comprati durante il Covid e poi messi da parte, insieme a computer fissi ormai dimenticati nei vari edifici dell'istituto.
Il primo passo è stato fare l'inventario di ciò che nel laboratorio depredato poteva ancora avere un barlume di vita: tra aggiornamenti software mai applicati e cavi scollegati, sono riuscito a compilare una lista di ciò che era ancora utilizzabile.
Dopo aver rimesso in sesto il materiale sopravvissuto nell'aula, la vera sfida è diventata scovare i PC che avrebbero reso il laboratorio di nuovo completo e funzionante.
La Ricerca
La mia epica avventura alla ricerca dell'Arca Perduta dell'Informatica inizia con il fascino delle leggende urbane, narrate da colleghi che giuravano di aver intravisto, qua e là tra i corridoi e gli armadi dei vari edifici, dei PC che avrebbero potuto tornare utili alla mia nobile causa.
E, come nei migliori racconti di tesori nascosti, le leggende si rivelano fondate. Scopro PC abbandonati in armadi sigillati, dispositivi così antichi da far sgorgare una lacrima nostalgica per i ricordi che evocano, un vero e proprio tuffo nel passato digitale.
Trovo altri laptop sparsi nelle aule, alcuni relegati in un angolo dell'altra aula informatica, probabilmente messi da parte dopo essere stati sostituiti a loro volta in un eterno ciclo di obsolescenza tecnologica.
Nel mio pellegrinaggio alla ricerca dell'hardware perduto, mi trasformo in un intervistatore, indossando metaforicamente il cappello da statistico per chiedere ai professori quali fossero realmente le loro necessità informatiche per l'insegnamento, valutando così la possibilità di liberare qualche PC per il mio progetto.
La svolta arriva quando, in un armadio a due ante dal colore marrone legno, segnato dalle vicissitudini di una lunga permanenza a scuola e privo di chiave, si rivela un tesoro: otto mini laptop con i loro alimentatori. Un ritrovamento che avrebbe potuto essere sufficiente, ma la mia insaziabile curiosità mi spinge verso ulteriori esplorazioni e scoperte, storie per un altro capitolo.
Ora, con il numero di dispositivi necessari per rianimare l'aula informatica, mi preparo alla sfida più grande: rimetterli in funzione.
Grazie alla fiducia e al supporto della dirigente, redigo una modesta lista della spesa che trasformerà quel piccolo investimento in una rinascita tecnologica per il laboratorio.
Mentre attendo l'arrivo dei materiali necessari, inizio le verifiche sui dispositivi ritrovati, pronto a infondere nuova vita in questo angolo dimenticato di storia informatica.
Il Ricondizionamento
Nella mia odissea tecnologica, mi sono imbattuto in alcuni PC che, nonostante gli sforzi, si rifiutavano di tornare alla vita, simili a nobili cavalieri caduti in battaglia. Altri, invece, erano lenti e affaticati, testimoni di un'epoca ormai superata. Tuttavia, la quantità di materiali ritrovati era tale da promettere vittorie future.
Una nuova prova mi attendeva: il mistero dei monitor scomparsi. Secondo le voci che echeggiavano nei corridoi, narrate dai fedeli custodi delle nostre aule, esisteva un deposito segreto, nascosto sotto un'oscura scala, dove i monitor dimenticati attendevano il loro salvatore. Così, armato di spirito avventuriero, mi avventurai nelle profondità della scuola alla ricerca del tesoro perduto.
E come in una leggenda, i monitor si rivelarono a me, una visione quasi mistica, tutti funzionanti, pronti a completare la trasformazione dell'aula informatica.
Nel frattempo, tra un intervento di manutenzione e l'altro, continuavo la mia epopea di ricondizionamento. La polvere accumulata testimoniava anni di servizio e di successivo abbandono, con qualche batteria del BIOS che aveva già alzato bandiera bianca, in un silenzio che solo i corridoi vuoti potevano apprezzare.
Riuscii a salvare tre tipi di PC, smontando gli eroi caduti per utilizzarli come fonte di pezzi di ricambio. Armato di pennello e cacciavite, la mia avventura proseguiva indomita.
I giorni e le settimane trascorrevano, tra esami e impegni scolastici, finché non arrivò il materiale tanto atteso. La prospettiva di completare l'aula entro la fine di giugno mi dava una carica adrenalinica; le lunghe ore di lavoro non pesavano più, spinto dalla passione di raggiungere l'obiettivo.
Tra clonazioni di sistemi operativi, upgrade di memoria, sostituzioni di schede madri e alimentatori, i computer rinascevano uno a uno, pronti a prendere posto nell’ aula informatica.
Non tutto filava liscio, naturalmente. Qualche BIOS, ormai in "pensione", sembrava riluttante a riprendere servizio. Ma, con un mix di saggezza e persuasione, riuscivo a convincere anche i più ostinati che avevano ancora storie da scrivere.
Alla fine, raggiunsi il traguardo: 21 computer pronti, il numero minimo per un laboratorio funzionante, una vittoria per docenti e studenti che, finalmente, potevano contare su una risorsa rinnovata.
Gran Finale
E così, l'aula si è trasformata in un piccolo gioiello tecnologico, con diverse stampanti che, come fenici, sono risorte dalle loro ceneri per tornare a nuova vita. e’ stato possibile installare anche una LIM, trasformando l'aula in un centro all'avanguardia per l'istruzione. La postazione docente ora sfoggia due monitor, con la possibilità di condividere uno di questi con la LIM. E, per non lasciare indietro nessuno, un piccolo PC equipaggiato con Windows 7 ha ridato vita a un grande e solitario plotter, che ora stampa felicemente anche in rete.
Oggi, il laboratorio è in piena efficienza, e i nostri eroi informatici, quelli che non hanno retto il ritorno in vita o si sono dimostrati troppo anziani per il servizio, continuano a offrire il loro nobile sacrificio, contribuendo con i loro pezzi di ricambio a mantenere in salute i compagni sopravvissuti.
Questo segna il primo anno di piena operatività del laboratorio, e il sentimento predominante è un'immensa soddisfazione.
E quei laptop che abbiamo scovato? Oggi brillano sotto una nuova luce, grazie a ChromeOS Flex. Ma questa, amici miei, è una storia che vi racconterò un'altra volta.